KENNEDY: STILE INTRAMONTABILE
Modello d’ispirazione per designer e stilisti, l’eleganza di JFK influenza ancora i gentleman dei tempi moderni
La moda è spesso un affare di famiglia. Non tanto perché i panni (sporchi o meno che siano) si devono lavare in casa ma piuttosto perché sono tanti i cognomi cuciti addosso ai fashion-victim. Stiamo parlando di quei nomi di case di moda fondate da interi nuclei familiari che campeggiano sulle etichette degli abiti dell’haute couture nostrana e non solo. Più che di case di moda, si potrebbe parlare addirittura di “casate di moda”, considerando che queste dinastie fashion si passano lo scettro di padre in figlio. Eppure tra le dinastie che più hanno influenzato la moda internazionale ve ne è una che, benché di stoffa ne avesse da vendere, mai si è occupata di confezionare vestiti. L’illustre cognome di cui sopra è quello dei Kennedy, forse il lignaggio più celebre del globo terracqueo per via dell’epos di cui si è reso protagonista.
L’epopea della stirpe di John Fitzgerald e di Robert Francis, infatti, non ha nulla da “invidiare” alle tragiche sorti degli eroi dell’epica omerica e virgiliana, motivo per cui le loro drammatiche gesta fanno parte di uno dei capitoli più avvincenti della Storia a stelle e strisce. Ma il fascino sempiterno che la famiglia K esercita sui propri connazionali (e in generale su tutto il mondo) dipende molto anche da un altro aspetto, tutt’altro che secondario: il loro charme. Non soltanto Jackie è un’indiscutibile icona fashion, copiata da tutti coloro desiderino avere un look impeccabilmente raffinato: anche chi portava i pantaloni in casa Kennedy ha impartito non poche lezioni di stile. Capelli arruffati, polo a maniche corte, bermuda khaki, scarpe da barca portate senza calze e Ray-Ban Wayfarer calati sugli occhi. Oppure abiti sartoriali impeccabili, cravatte a righe che svolazzano al vento, doppiopetto blu, gemelli dorati o blazer in tweed con revers ampi e camicia a collo stretto.
John Fitzgerald Kennedy, 35° Presidente degli Stati Uniti, era un’indiscutibile icona di stile e modello di eleganza. In ogni occasione, in ogni momento della sua carriera politica o vita familiare. Dalla barca a vela alla Casa Bianca, dalla spiaggia di Palm Beach alla cerimonie più formali, dal campo da golf a quello da tennis.
Altri presidenti prima di lui hanno dichiarato uno stile personale: Harry Truman, il Presidente numero 33, aveva un debole per le camicie hawaiiane; Dwight Eisenhower, suo successore con origini militari non si separava mai dalla sua “Ike jacket” una blusa corta con una fascia intorno alla vita; Ronald Regan, il 40° Presidente segnato dai suoi abiti su misura che tenevano testa ai divi di Hollywood. Ma la classe di JFK ha lasciato il segno, un segno diverso. E ancora oggi, a 50 anni dal suo assassinio, nulla è cambiato.
Sia John sia Bob sono stati pionieri di una moda meno ingessata rispetto al passato, aprendo le porte a un’eleganza casual e rilassata che è diventata la loro cifra stilistica. Dai blazer in tweed ai chinos bianchi portati arrotolati alle caviglie, non c’è venerdì in cui i lavoratori non debbano ringraziare proprio i fratelli Kennedy come antesignani del modo di apparire eleganti anche con mise comode e giovanili, casual per l’appunto. Tra i tanti aspetti che hanno consacrato i Kennedy a miti eterni, senza dubbio quell’aurea divina ha giocato un ruolo fondamentale grazie a un’allure fatta di outfit bon ton, di capigliature da divi, di abitini casual-chic e di lenti scure di occhialoni anni Sessanta atte a nascondere le pupille di Jackie da sguardi indiscreti, come fossero i vetri fumé di una limousine. Su quella fatidica Lincoln senza vetri a bordo della quale il 22 novembre del 1963 trovò la morte John Kennedy non sfilarono soltanto due protagonisti della Storia ma anche due mostri sacri della Moda.
Il guardaroba di Kennedy sembra uscire da un catalogo di Ralph Lauren o Brooks Brothers. Il suo era decisamente uno stile Ivy League, predecessore di quello che oggi viene definito “preppy”, che ebbe origine negli anni Cinquanta nei campus delle più prestigiose Università del Nord Est degli Stati Uniti. Mocassini, camicie botton down portate con le maniche arrotolate, giubbini sportivi, abiti su misura con giacche due bottoni e le spalle morbide o in flanella color antracite spezzati con pantaloni bianchi senza pieghe, una collezione quasi manicale di pull in cashmere, Shetland o lini leggeri indossati su t-shirt girocollo e chinos con risvolto alla caviglia.
Blazer in tweed
John F. Kennedy è stato uno dei precursori dello stile casual. Tra gli indumenti che hanno sdoganato l’eleganza comoda, il blazer in tweed merita una menzione d’onore: ha fatto da ponte tra i gessati austeri delle occasioni formali e gli abbinamenti easy per cui il Presidente optava nelle situazioni più sobrie.
Maglioni a coste
Il Presidente (così come suo fratello) indossava volentieri morbidi maglioni di lana alternati a blazer in cotone da abbinare a camicie button-down.
Chinos bianchi o khaki
Portati arrotolati alle caviglie, sono diventati un simbolo della rilassata eleganza di John. Li indossava abbinati a mocassini di pelle marrone e ai suoi fedelissimi Ray-Ban Wayfarers tartaruga. Infine meritano di essere citate anche le zazzere dei Kennedy, celebri per aver incorniciato con raffinata sobrietà quei visi da divi hollywoodiani.