Van Gogh Shadow

Di  Elisabetta La Rosa
 

Un viaggio senza tempo, un’esperienza immersiva nelle profondità dell’anima sofferente del grande pittore olandese, intrisa di quel dolore che lo porterà al suicido: è Van Gogh Shadow.
Dopo le prime esposizioni in diversi Musei, tra cui il Van Gogh Museum di Amsterdam, si è conclusa, da pochi giorni, nel cuore dell’outlet di Valmontone (RM), l’istallazione curata da Luca Agnani. Con le più avanzate tecnologie (3D e videomapping) applicate allo studio delle ombre dei dipinti dell’artista “post-impressionista”, lo spettatore viene letteralmente immerso nelle scene delle tele, percependo quella sofferenza che accompagnò Vincent per tutta la vita.

 
 

 
Osservando le opere in movimento si avverte quasi la mano dell’artista che, ghermita del suo inconscio tempestoso, scivola sulla tela per richiamare alla vita dieci dei suoi più celebri capolavori.
 
 
 

Innovativo, intelligente e sensibile, Luca Agnani sfrutta “il movimento” per immergere lo spettatore nell’istallazione, coinvolgendolo ne “I Girasoli”, “La casa gialla”, l’ “Autoritratto, 1887”, fino a fargli incontrare l’artista nella celebre “Stanza di Van Gogh ad Arles”.
 
 

Entrando nel mondo di “Van Gogh Shadow” lo spettatore squarcia la tela delle apparenze chiedendosi quale sia il confine fra realtà e follia. Anche per questa riflessione introspettiva, l’istallazione merita di essere vista e rivista.
 
 
                                               

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